I resi gratuiti stanno marciando velocemente verso il capolinea. I motivi sono di sostenibilità economica e, molto dopo (quasi una scusa), di sostenibilità ambientale. La causa, indicano statistiche riservate a cui abbiamo avuto accesso, è in buona parte colpa delle tantissime influencer improvvisate europee (quelle professionali hanno rapporti diretti con le aziende di moda). Queste, sfruttando la politica dei resi gratuiti e dei rimborsi, acquistano prodotti per poi restituirli. In molti casi, comprano addirittura diverse versioni dello stesso articolo, variando taglia e colore, per provarli davanti ad una telecamera e, successivamente, decidere quali restituire, se non addirittura renderli tutti in blocco.
Questa pratica è diventata talmente comune a livello europeo che video, in cui si chiede aiuto nella scelta di cosa tenere, sono emersi come un vero e proprio trend, su piattaforme come TikTok e Instagram. In pratica, la maggioranza compra diversi capi d’abbigliamento con la consapevolezza di restituirli in seguito. Lo scopo è indossarli solamente una volta per scattare una foto o girare un video da condividere sui social media.
Queste attività border line hanno provocato impatti sui conti delle aziende che stanno diventando enormi, così sempre più brand di moda stanno riconsiderando le loro politiche di reso gratuito e cercando alternative.
L’abuso dei resi gratuiti
L’abuso dei resi gratuiti da parte di una grande massa di influencer di moda improvvisate è divenuto un fenomeno di portata internazionale, che ha attirato l’attenzione negli ultimi anni e fatto scattare l’allarme nelle aziende. Questo comportamento è noto anche come “wardrobing” o “wear and return” e consiste nell’acquistare un capo d’abbigliamento, indossarlo una o più volte (ad esempio per un evento speciale o per scattare foto o per girare un video da condividere sui social media) e poi restituirlo al venditore richiedendo il rimborso completo.
Il processo è semplice:
- Acquisto e restituzione. Le influencer acquistano diversi capi d’abbigliamento e accessori online, spesso in varie taglie e colori. Indossano gli articoli per scattare foto o realizzare video da condividere sui loro profili social, dopodiché restituiscono i prodotti utilizzando il servizio di resi gratuiti e di rimborso. In questo modo, possono mostrare costantemente nuovi outfit senza dover effettivamente pagare per i capi.
- Consulenza ai follower. Alcune influencer condividono video o post in cui chiedono consiglio ai loro follower su quali articoli tenere e quali restituire, trasformando l’abuso dei resi gratuiti in un vero e proprio contenuto per i loro canali social.
Questo comportamento, oltre ad essere poco etico, comporta una serie di conseguenze negative per i brand di moda e per l’industria nel suo complesso.
Costi associati ai resi gratuiti per i brand di moda
I costi associati ai resi gratuiti per i brand di moda sono numerosi e possono incidere in modo significativo sulla redditività e sostenibilità. Tra i principali costi legati a questa pratica, possiamo elencare:
- Costi logistici. I resi gratuiti comportano costi di spedizione e gestione sia per l’invio del prodotto al cliente che per la restituzione al venditore. Questi costi, a carico dell’azienda, possono accumularsi rapidamente, soprattutto se il volume dei resi è elevato.
- Costi di magazzino e gestione. Quando un prodotto viene restituito, è necessario controllarne lo stato, verificarne l’idoneità alla rivendita e reinserirlo nel magazzino. Queste operazioni richiedono tempo e risorse, generando ulteriori costi per l’azienda.
- Deprezzamento del prodotto. In alcuni casi, i capi restituiti potrebbero non essere più idonei alla vendita a causa di difetti, danni o semplicemente perché sono stati indossati e non possono più essere venduti come nuovi. Ciò può comportare una perdita economica per l’azienda, che deve scontare il prodotto o smaltirlo.
- Costi amministrativi. La gestione dei resi e dei rimborsi richiede anche risorse amministrative, come il personale addetto al servizio clienti e ai sistemi informatici necessari per tracciare e gestire le richieste di reso.
- Impatto sulle vendite e sulle strategie di marketing. Una politica di resi gratuiti potrebbe incoraggiare comportamenti opportunistici da parte dei consumatori, che acquistano più articoli con l’intenzione di restituirne alcuni. Questo può rendere difficile per i brand di moda prevedere le vendite effettive e pianificare le loro strategie di marketing e produzione.
Impatto sui margini di profitto e sulla crescita delle aziende
L’impatto dei resi gratuiti sui margini di profitto e sulla crescita delle aziende nel settore moda è significativo, poiché i costi associati a queste pratiche erodono i guadagni e ostacolare lo sviluppo delle attività.
- Erosione dei margini di profitto. Come abbiamo visto in precedenza, i costi associati ai resi gratuiti (logistica, magazzino, amministrativi, ecc.) possono essere notevoli e incidere sui margini di profitto delle aziende. Se il volume dei resi è elevato, queste spese possono annullare i guadagni ottenuti dalle vendite e compromettere la redditività del business.
- Difficoltà nel pianificare la crescita. A causa dell’elevato numero di resi, può essere difficile per i brand di moda prevedere le vendite effettive e pianificare la crescita a lungo termine. La mancanza di previsioni accurate sulle vendite può portare a problemi nella gestione delle scorte, nella produzione e nella pianificazione delle strategie di marketing, ostacolando la crescita dell’azienda.
- Investimenti in risorse per la gestione dei resi. Le aziende possono essere costrette a investire risorse significative nella gestione dei resi, come personale addetto al servizio clienti, sistemi di tracciamento e infrastrutture logistiche. Questi investimenti possono ridurre i fondi disponibili per altre attività cruciali, come lo sviluppo di nuovi prodotti, il marketing e l’espansione in nuovi mercati.
- Danneggiamento dell’immagine del brand. Un elevato numero di resi può anche influire negativamente sulla percezione del brand da parte dei consumatori, dando l’impressione di una qualità inferiore dei prodotti o di un servizio inadeguato. Questo può portare a una riduzione della fedeltà dei clienti e a una difficoltà nell’attrarre nuovi acquirenti, ostacolando ulteriormente la crescita dell’azienda.
Sostenibilità ambientale
I resi gratuiti nel settore moda hanno anche un impatto significativo sulla sostenibilità ambientale. Il processo di restituzione dei prodotti comporta una serie di conseguenze negative per l’ambiente, tra cui:
- Emissioni di CO2. Il trasporto dei prodotti restituiti genera emissioni di CO2, a causa del consumo di carburante necessario per il trasporto dei pacchi avanti e indietro tra i clienti e i centri di distribuzione. Con l’aumento dei resi gratuiti, l’impronta di carbonio generata da queste attività logistica cresce, contribuendo al cambiamento climatico.
- Consumo di risorse. La gestione dei resi richiede anche l’utilizzo di risorse come imballaggi, etichette e materiali di protezione, molti dei quali sono monouso e non riciclabili. Questo comporta un ulteriore consumo di risorse naturali e la produzione di rifiuti.
- Smaltimento dei prodotti. In alcuni casi, i prodotti restituiti non possono essere rimessi in vendita a causa di danni, difetti o semplicemente perché sono stati indossati e non possono più essere venduti come nuovi. In queste situazioni, le aziende potrebbero dover smaltire questi articoli, generando ulteriori rifiuti e impatti ambientali.
gli aspetti legali della restituzione seriale
La restituzione seriale delle influencer, ovvero l’abuso della politica di resi gratuiti da parte di queste figure per ottenere vantaggi personali, può essere considerata una pratica scorretta dal punto di vista etico, ma non necessariamente illegale. Sussistono, però, alcune circostanze in cui questa pratica potrebbe avere implicazioni legali, in particolare se viola i termini e le condizioni stabilite dai brand o dai rivenditori online.
In generale, le leggi sulla protezione dei consumatori prevedono il diritto di recesso, che consente ai clienti di restituire prodotti acquistati a distanza entro un certo periodo di tempo e ottenere un rimborso. Questi diritti sono stati pensati per proteggere i consumatori nel caso in cui non siano soddisfatti del prodotto ricevuto, e non per consentire l’abuso sistematico dei resi gratuiti.
Se un’azienda o un rivenditore online ritiene che un consumatore, incluso un’influencer, stia abusando della politica di resi gratuiti e violando i termini e le condizioni stabiliti, potrebbe decidere di intraprendere azioni legali. Questo potrebbe includere il blocco dell’account dell’influencer, il rifiuto di futuri ordini o la richiesta di risarcimento per eventuali danni subiti.
Inoltre, la restituzione seriale delle influencer potrebbe danneggiare la reputazione di queste figure pubbliche e dei brand con cui collaborano, alimentando un’immagine negativa e poco etica.
Per contrastare questo fenomeno, i brand e i rivenditori online possono adottare misure preventive, come monitorare attentamente i comportamenti dei clienti, rivedere le politiche di reso e collaborare solo con influencer responsabili che promuovono un approccio etico e sostenibile alla moda. In questo modo, le aziende possono proteggere la propria immagine e promuovere un’industria della moda più responsabile.
Limitare i resi gratuiti a determinati clienti
Una soluzione per mitigare l’impatto economico e ambientale dei resi gratuiti nel settore della moda è limitare questa opzione a determinate categorie di prodotti o clienti. Di seguito sono riportate alcune possibili strategie per farlo:
- Richiedere un contributo fisso. Nella procedura di reso, è stato previsto il pagamento. É il caso, solo a titolo di esempio, di Zara nel Regno Unito, e di Uniqlo e di Asos.
- Limitare i resi gratuiti a prodotti selezionati: I brand potrebbero offrire resi gratuiti solo per prodotti di particolare importanza, ad esempio quelli con un prezzo elevato o quelli che fanno parte di collezioni esclusive. Ciò potrebbe ridurre il volume complessivo di resi e concentrare questa opzione su prodotti per i quali i clienti potrebbero essere più inclini a restituire.
- Limitare i resi gratuiti in base alla frequenza: Un’altra strategia potrebbe essere quella di limitare il numero di resi gratuiti che un cliente può effettuare entro un certo periodo di tempo, ad esempio uno o due al mese. Ciò potrebbe scoraggiare l’abuso dei resi gratuiti e ridurre il volume complessivo di resi.
- Offrire resi gratuiti solo per la prima volta: Un’altra opzione potrebbe essere quella di offrire resi gratuiti solo per il primo acquisto di un cliente. Questo potrebbe scoraggiare l’abuso dei resi gratuiti e incentivare i clienti a fare scelte più ponderate nei loro acquisti successivi.
- Creare un programma fedeltà: I brand potrebbero introdurre un programma fedeltà che offre resi gratuiti solo ai clienti che raggiungono un determinato livello di spesa o che hanno effettuato un certo numero di acquisti. In questo modo, i resi gratuiti diventano un privilegio riservato ai clienti più fedeli, che sono meno propensi ad abusarne.
- Offrire resi gratuiti solo in caso di difetti o errori: Infine, i brand potrebbero limitare i resi gratuiti solo ai casi in cui il prodotto presenta difetti o l’azienda ha commesso un errore nell’ordine, come l’invio di un articolo sbagliato o di una taglia errata. In questo modo, i resi gratuiti vengono utilizzati come strumento per garantire la soddisfazione del cliente e non come una pratica abusata dai consumatori.
Implicazioni per il futuro dell’e-commerce nel settore moda
Le implicazioni per il futuro dell’e-commerce nel settore moda sono numerose, e alcune di queste sono strettamente legate alle problematiche emerse, come l’abuso delle politiche di resi gratuiti e le pratiche scorrette adottate da alcuni consumatori e influencer. Di seguito sono riportate alcune delle principali tendenze e sfide che iniziano a caratterizzare il presente e che saranno completamente operative nel futuro prossimo dell’e-commerce nel settore moda:
- Cambiamenti nelle politiche di reso e rimborso. Per far fronte ai crescenti costi associati ai resi gratuiti e alle pratiche scorrette, le aziende stanno rivedendo le loro politiche di reso e rimborso, introducendo limitazioni o restrizioni che scoraggino l’abuso di questi servizi.
- Implementazione dei sistemi di monitoraggio e controllo. Molte aziende stanno valutando l’adozione di sistemi di monitoraggio dei resi e dei rimborsi per identificare eventuali abusi e prendere provvedimenti nei confronti dei clienti che mostrano comportamenti scorretti.
- Creazione di black list. Un elenco di persone segnalate dai sistemi aziendali per aver fatto un uso eccessivo dei resi gratuiti.
- Collaborazione tra aziende. Alcune aziende del settore moda stanno inziando a collaborare e condividere informazioni relative ai clienti e agli influencer inseriti nelle rispettive black list, al fine di prevenire l’abuso delle politiche di reso su più piattaforme e brand.
- Trasparenza e comunicazione. Una maggiore trasparenza nelle politiche di reso e nelle informazioni relative all’impatto ambientale e sociale dei prodotti potrebbe contribuire a creare una maggiore consapevolezza tra i consumatori e a incoraggiare comportamenti più responsabili.
- Collaborazione solo con influencer responsabili. Le aziende di moda stanno iniziando a scegliere di lavorare con influencer che condividono i loro valori etici e sostenibili, promuovendo un’immagine positiva e responsabile sia del brand che dell’influencer stesso.
- Tecnologie emergenti. L’adozione di tecnologie innovative, come la realtà virtuale e la realtà aumentata, potrebbe aiutare i consumatori a effettuare scelte più accurate riguardo taglie, colori e stili, riducendo così il numero di resi dovuti a insoddisfazione o ad errori di acquisto.
- Personalizzazione e customer experience. Per aumentare la soddisfazione del cliente e ridurre la necessità di resi, i brand di moda e i rivenditori online stanno puntando su una maggiore personalizzazione dell’esperienza d’acquisto, offrendo consigli su misura e soluzioni personalizzate.
- Maggiore attenzione all’etica e alla sostenibilità. I brand di moda e i rivenditori online stanno già prestando sempre più attenzione alle questioni etiche e ambientali, promuovendo un consumo responsabile e sostenibile e scoraggiando comportamenti scorretti come l’abuso dei resi gratuiti.