La comunicazione non verbale si riferisce a tutte le forme di comunicazione che non coinvolgono l’uso di parole. Questo può includere una serie di comportamenti e segnali, come l’espressione del viso, il linguaggio del corpo, la postura, il contatto visivo, la prossemica (cioè l’uso dello spazio), la paralinguistica (ad esempio, tono di voce, ritmo del discorso, pause), la tattilica (cioè la comunicazione attraverso il tocco) e la cronemica (cioè l’uso del tempo).
La comunicazione non verbale può fornire informazioni sullo stato emotivo, le intenzioni, le verità e le menzogne e può anche regolare, sostenere, sostituire o contrastare la comunicazione verbale. Ad esempio, potresti dire una cosa, ma il tuo linguaggio del corpo o il tono di voce potrebbe suggerire qualcosa di diverso.
La comunicazione non verbale è particolarmente importante nella comunicazione faccia a faccia, ma gioca anche un ruolo nei contesti digitali, come nel caso degli emoji o delle scelte di layout in un sito web. È importante notare che la comunicazione non verbale può essere interpretata in modo diverso a seconda del contesto culturale.
Origini e sviluppo delle teorie sulla comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale è stata una parte essenziale della comunicazione umana fin dall’inizio della storia umana, ma è stata formalmente studiata come campo di ricerca solo nel 20° secolo.
Nel 1950, il ricercatore Ray Birdwhistell ha introdotto il termine “kinesica” per descrivere la comunicazione attraverso il movimento del corpo. Ha suggerito che, come la lingua, anche i movimenti del corpo possono essere studiati e interpretati.
Negli anni ’60, l’antropologo Edward T. Hall ha sviluppato la teoria della prossemica, che studia l’uso dello spazio nella comunicazione. Ha identificato diversi tipi di distanza (intima, personale, sociale e pubblica) e ha discusso come questi influenzano la nostra interazione con gli altri.
Nello stesso periodo, Albert Mehrabian ha condotto ricerche sulla comunicazione non verbale e ha proposto la regola del 7-38-55, secondo la quale le parole rappresentano solo il 7% del significato complessivo di un messaggio, mentre il tono di voce rappresenta il 38% e il linguaggio del corpo il 55%.
Principali teorie e modelli di comunicazione non verbale
Diverse teorie e modelli analizzano il funzionamento della comunicazione non verbale. Alcuni dei più noti includono:
1 – Teoria della kinesica
La teoria della kinesica è un campo di studio che si concentra sulla comunicazione non verbale attraverso i movimenti del corpo. Questo include gesti, movimenti del viso, postura e movimenti oculari. Il termine “kinesica” proviene dal greco “kinesis”, che significa movimento.
Nel 1952 la teoria della kinesica è stata introdotta per la prima volta dal ricercatore Ray Birdwhistell, il quale riteneva che tutti i movimenti del corpo potessero essere interpretati e che avessero un significato. Ha suggerito che, proprio come il linguaggio verbale, il linguaggio del corpo potrebbe essere analizzato e studiato.
Secondo Birdwhistell, la comunicazione non verbale è fondamentale per la comunicazione umana e può fornire una serie di informazioni che vanno oltre ciò che viene detto verbalmente. Ad esempio, può fornire indicazioni sullo stato emotivo di una persona, sulla sua attitudine nei confronti di ciò che viene detto e può anche funzionare come un modo per enfatizzare, contraddire o modulare ciò che viene detto verbalmente.
Birdwhistell ha inoltre sottolineato che l’interpretazione dei gesti e dei movimenti del corpo è fortemente influenzata dal contesto culturale e sociale, il che significa che un gesto o un movimento del corpo può avere significati diversi in diverse culture o situazioni. Inoltre, ha sottolineato che mentre alcuni gesti e movimenti del corpo possono essere intenzionali, molti avvengono a livello subconscio.
2 – Teoria della prossemica
La prossemica è un sottoinsieme di studio all’interno della comunicazione non verbale che si occupa dell’uso e della percezione dello spazio fisico nelle interazioni umane. Il termine “prossemica” deriva dal prefisso greco “pros”, che significa “vicino”.
La teoria della prossemica è stata sviluppata per la prima volta dall’antropologo culturale Edward T. Hall negli anni ’60. Hall ha identificato quattro distanze principali che le persone mantengono tra di loro nelle interazioni sociali, e ha suggerito che queste distanze possono avere un impatto significativo sulla comunicazione e sulle relazioni interpersonali.
- Distanza intima: è la più prossima, generalmente riservata alle interazioni più intime, come quelle tra partner romantici o tra genitori e figli. In questa distanza, si può toccare l’altra persona e percepire i suoi dettagli più fini, come l’odore o il calore del corpo.
- Distanza personale: è leggermente più ampia e viene solitamente utilizzata per le interazioni tra amici e familiari. In questa distanza, si può toccare o abbracciare l’altra persona, ma c’è abbastanza spazio per muoversi senza invadere il suo spazio personale.
- Distanza sociale: viene utilizzata per le interazioni formali o professionali. È abbastanza ampia da evitare il contatto fisico e permette alle persone di avere una visione completa dell’altra persona.
- Distanza pubblica: è la più ampia e viene utilizzata per le interazioni con un pubblico o con persone sconosciute. A questa distanza, la comunicazione verbale è spesso accompagnata da gesti esagerati per aiutare a trasmettere il messaggio.
Edward T. Hall ha sottolineato che le distanze esatte possono variare a seconda delle differenze culturali e personali. Ad esempio, ciò che è considerato una distanza “sociale” appropriata in una cultura può essere considerato troppo vicino o troppo lontano in un’altra.
3 – Teoria della paralinguistica
La paralinguistica è lo studio di come i suoni vocali che non sono parole parlante influenzano la comunicazione. Questi suoni includono variazioni di tono, volume, ritmo, velocità del discorso, inflessione, pause, risate, singhiozzi, o altri suoni che possono accompagnare o interrompere il discorso. La paralinguistica è un aspetto fondamentale della comunicazione non verbale.
Mentre il linguaggio verbale trasmette il contenuto del nostro messaggio, la paralinguistica trasmette come intendiamo il nostro messaggio. Ad esempio, la stessa frase può essere interpretata in modi molto diversi a seconda di come viene pronunciata. Un tono di voce rilassato può suggerire calma o accettazione, mentre un tono di voce elevato può suggerire rabbia o paura.
La paralinguistica può anche aiutare a regolare il flusso di una conversazione. Ad esempio, le pause possono indicare che un parlante ha finito un pensiero e sta dando al destinatario l’opportunità di rispondere. Allo stesso modo, cambiamenti nel ritmo del discorso possono indicare l’importanza di una particolare parte del discorso.
Come per gli altri aspetti della comunicazione non verbale, la paralinguistica può essere interpretata in modi diversi a seconda del contesto culturale e personale. Ad esempio, in alcune culture, parlare ad alta voce può essere visto come un segno di entusiasmo, mentre in altre può essere interpretato come aggressività.
4 – Modello di Ekman e Friesen
Il modello di Ekman e Friesen è un classificazione fondamentale della comunicazione non verbale, in particolare quella legata ai gesti e alle espressioni del corpo. Paul Ekman e Wallace V. Friesen sono due psicologi noti per i loro studi sulla comunicazione non verbale e sulle espressioni facciali delle emozioni.
Nel loro modello, Ekman e Friesen classificano i gesti in cinque categorie principali:
- Emblemi: hanno un significato specifico, generalmente ben noto, e possono sostituire una parola o una frase. Ad esempio, l’atto di alzare il pollice per indicare “OK” è un emblema.
- Illustratori: accompagnano il discorso e aiutano a descrivere ciò di cui una persona sta parlando. Ad esempio, se stai raccontando di un pesce grande che hai pescato, potresti allargare le mani per mostrare quanto era grande.
- Regolatori: aiutano a controllare il flusso del discorso in una conversazione. Ad esempio, un cenno del capo per indicare che stai ascoltando e incoraggiare l’altro a continuare a parlare.
- Adattatori: sono gesti che si fanno spesso inconsciamente, generalmente per gestire stress o disagio. Ad esempio, una persona potrebbe giocare con i suoi capelli o toccarsi il viso quando è nervosa.
- Espressioni di affetto: mostrano come ti senti. Le espressioni facciali di emozioni, come la felicità, la tristezza, la rabbia, la paura, il disgusto e la sorpresa, rientrano in questa categoria.
È importante notare che la classificazione di Ekman e Friesen si basa su studi condotti principalmente in culture occidentali, e ci possono essere variazioni significative nel modo in cui questi gesti sono usati e interpretati in diverse culture.
5 – Teoria della sinergia
La teoria della sinergia è un modello di comunicazione che sostiene che i vari elementi della comunicazione lavorano insieme per creare un effetto complessivo che va oltre la somma delle singole parti. Questo modello enfatizza l’interdipendenza e l’interazione tra le varie componenti di un messaggio.
Nel contesto della comunicazione non verbale, la teoria della sinergia potrebbe essere applicata per descrivere come diversi tipi di segnali non verbali – come la prossemica, la kinesica, l’espressione facciale, il contatto visivo e la paralinguistica – lavorano insieme per trasmettere un messaggio o un’emozione. Ad esempio, un sorriso (espressione facciale) combinato con un tono di voce amichevole (paralinguistica) e una postura aperta (kinesica) potrebbe trasmettere un messaggio di accoglienza e apertura.
La teoria della sinergia può anche essere applicata per esaminare come diversi canali di comunicazione – come il linguaggio verbale, il linguaggio non verbale e la comunicazione scritta – possono essere utilizzati insieme per creare un messaggio più efficace. Ad esempio, un presentatore potrebbe utilizzare il linguaggio verbale per trasmettere le informazioni principali, il linguaggio non verbale per sottolineare i punti chiave e sostenere l’emozione, e la comunicazione scritta per fornire ulteriori dettagli e approfondimenti.
É importante notare che la sinergia nella comunicazione non è sempre positiva. A volte, i diversi canali di comunicazione possono inviare messaggi contrastanti, creando confusione o incomprensioni. Ad esempio, se le parole di una persona sono accoglienti, ma il suo linguaggio del corpo è chiuso o distante, l’effetto complessivo potrebbe essere confuso o ingannevole.
Componenti della Comunicazione Non Verbale
1 – Linguaggio del corpo (kinesica)
Il linguaggio del corpo, noto anche come kinesica, è un aspetto cruciale della comunicazione non verbale che si riferisce ai movimenti e alle posture del corpo umano utilizzate per esprimere pensieri, sentimenti ed emozioni. La kinesica include gesti, espressioni facciali, contatto visivo, postura e altri movimenti del corpo che possono trasmettere informazioni senza l’uso di parole.
Gli elementi chiave del linguaggio del corpo includono:
- Gesti: i movimenti delle mani, delle braccia e delle dita che possono comunicare vari significati. I gesti possono essere emblemi (simboli con significati condivisi), illustratori (gesti che accompagnano il parlato), regolatori (gesti che regolano il flusso della conversazione) o adattatori (gesti che derivano da bisogni personali o emotivi).
- Espressioni facciali: sono fondamentali per comunicare emozioni, stati d’animo e reazioni. Le espressioni facciali per emozioni come felicità, tristezza, rabbia, sorpresa, disgusto e paura sono considerate universali e sono state studiate in profondità da psicologi come Paul Ekman.
- Contatto visivo: è un aspetto importante della comunicazione non verbale che indica interesse, attenzione e coinvolgimento. Il contatto visivo può anche comunicare emozioni, come la simpatia o l’ostilità. Il mantenimento del contatto visivo è un segnale di rispetto e sincerità in molte culture, anche se il tempo appropriato per il contatto visivo varia tra le diverse culture.
- Postura: si riferisce al modo in cui una persona tiene il proprio corpo. Una postura eretta e aperta può comunicare sicurezza, autorità e interesse, mentre una postura chiusa o ricurva può indicare insicurezza, timidezza o disinteresse.
- Prossimità: la distanza tra le persone durante la comunicazione è un aspetto della prossemica, ma può anche essere considerata parte del linguaggio del corpo. La distanza appropriata tra le persone varia a seconda del contesto culturale e delle relazioni interpersonali.
È importante notare che il linguaggio del corpo può essere interpretato in modo diverso a seconda del contesto culturale e delle circostanze individuali. Pertanto, la comprensione delle norme culturali e delle differenze individuali è essenziale per interpretare correttamente il linguaggio del corpo degli altri.
2 – Espressioni facciali
Le espressioni facciali sono un componente fondamentale della comunicazione non verbale. Sono usate per esprimere una vasta gamma di emozioni e possono fornire informazioni importanti su come una persona si sente. Le espressioni facciali possono essere controllate e modificate per vari scopi di comunicazione, ma spesso sono una risposta involontaria e naturale agli eventi circostanti.
Il riconoscimento delle espressioni facciali è fondamentale per la comunicazione umana e la comprensione reciproca. Le espressioni facciali sono spesso universali nel loro significato, il che significa che vengono interpretate allo stesso modo in diverse culture. Questo concetto è stato studiato in dettaglio dallo psicologo Paul Ekman, che ha identificato sei emozioni di base che si pensa siano riconoscibili attraverso espressioni facciali in tutte le culture: felicità, tristezza, paura, rabbia, sorpresa e disgusto.
Ecco una breve descrizione di come queste emozioni possono essere espressa attraverso il viso:
- Felicità: quando una persona è felice, i suoi occhi potrebbero sembrare luminosi e brillanti. Ci potrebbe essere un sorriso, che coinvolge l’innalzamento delle labbra e delle guance.
- Tristezza: può essere espressa attraverso occhi abbassati o un’occhiata triste. Le labbra possono essere tirate verso il basso, e il viso può sembrare cadente.
- Paura: quando una persona ha paura, i suoi occhi sono spesso allargati, e le sopracciglia sono sollevate e tirate insieme. La bocca può essere aperta.
- Rabbia: può essere mostrata attraverso sopracciglia abbassate e strette. Gli occhi sono intensi e fissi, e la bocca può essere serrata.
- Sorpresa: una persona sorpresa ha spesso gli occhi spalancati e le sopracciglia alzate. La bocca può essere leggermente aperta.
- Disgusto: coinvolge spesso un aggrottamento del naso, una bocca contorta, e a volte uno sguardo di distacco.
È necessario notare che la comprensione e l’interpretazione delle espressioni facciali possono essere influenzate da una serie di fattori, tra cui le differenze culturali, l’età, il genere e il contesto sociale.
3 – Contatto visivo
Il contatto visivo è un aspetto fondamentale della comunicazione non verbale. Può essere usato per segnalare una varietà di messaggi e sentimenti, tra cui interesse, attenzione, dominanza, affetto, o anche ostilità.
Ecco alcuni aspetti del contatto visivo:
- Mostrare interesse e attenzione: mantenere un contatto visivo diretto con qualcuno mentre parla è un segnale comune di interesse e attenzione. Indica che stai ascoltando attivamente e che sei concentrato sulla conversazione.
- Esprimere dominanza o potere: In alcune circostanze, il contatto visivo prolungato può essere interpretato come un segnale di dominanza o potere. Questo può essere vero in situazioni di confronto o competizione.
- Segnalare l’affetto: Il contatto visivo può anche essere usato per segnalare l’affetto o l’attrazione romantica. Negli incontri romantici, le persone tendono a mantenere un contatto visivo più prolungato.
- Esprimere ostilità: In alcuni casi, il contatto visivo prolungato può essere interpretato come un segnale di ostilità o aggressività. Questo può essere particolarmente vero se il contatto visivo è accompagnato da espressioni facciali minacciose.
È opportuno segnalare che le norme relative al contatto visivo possono variare notevolmente tra diverse culture. In alcune culture, il contatto visivo prolungato può essere visto come rispettoso e attento, mentre in altre può essere considerato maleducato o invadente. Anche il contesto della situazione può influenzare come viene interpretato il contatto visivo. Pertanto, è importante essere consapevoli di queste differenze culturali e contestuali quando si interpreta il contatto visivo.
4 – Gestualità
La gestualità è una componente fondamentale della comunicazione non verbale e include tutti i movimenti del corpo e delle mani che sono utilizzati per comunicare messaggi senza parole. Questi possono includere gesti con le mani, movimenti del capo, e persino la postura del corpo.
Ecco alcuni tipi comuni di gestualità:
- Emblemi : Questi sono gesti che hanno un significato specifico e conosciuto, e possono spesso sostituire una parola o una frase. Ad esempio, fare un cenno con il pollice verso l’alto in molte culture significa “ok” o “bene”.
- Illustratori : Questi sono gesti che accompagnano il linguaggio e aiutano a descrivere quello che una persona sta dicendo. Ad esempio, una persona potrebbe mimare l’azione di bere mentre dice “Sto per prendere un caffè”.
- Regolatori : Questi sono gesti che aiutano a controllare il flusso della conversazione. Ad esempio, alzare una mano può segnalare il desiderio di parlare, mentre fare un gesto con la mano può indicare che si desidera che l’altra smetta di parlare.
- Adattatori : Questi sono gesti che spesso si verificano inconsciamente e possono indicare emozioni o stati d’animo interni. Ad esempio, una persona potrebbe grattarsi la testa quando è confusa o strofinarsi le mani quando è nervosa.
- Gesti affettivi : Questi gesti esprimono emozioni e sentimenti. Ad esempio, una persona può abbracciare un’altra per esprimere affetto o può colpire l’aria per esprimere eccitazione.
La gestualità può variare notevolmente tra le diverse culture, quindi è importante essere consapevoli delle differenze culturali quando si interpretano i gesti degli altri. Ad esempio, un gesto che è considerato educato in una cultura può essere visto come offensivo
5 – Postura
La postura, o il modo in cui una persona tiene e muove il suo corpo, è un componente essenziale della comunicazione non verbale. Può trasmettere una serie di informazioni sullo stato emotivo di una persona, il suo atteggiamento e la sicurezza in sé stessa. Ecco alcuni punti chiave sulla postura:
- Postura aperta vs. chiusa: Una postura aperta, in cui una persona tiene le braccia aperte o posizionate ai fianchi, può trasmettere apertura, accettazione e interesse. D’altra parte, una postura chiusa, in cui una persona incrocia le braccia o le gambe, può indicare difesa, disagio o disinteresse.
- Postura eretta vs. ricurva: Una postura eretta, in cui una persona tiene la schiena dritta e il capo alto, può trasmettere sicurezza, autorità e attenzione. Al contrario, una postura ricurva, in cui una persona è curva o accasciata, può indicare insicurezza, timidezza o disinteresse.
- Orientamento del corpo: La direzione in cui una persona è rivolta può anche trasmettere messaggi. Ad esempio, se una persona si volta verso di te durante una conversazione, ciò può indicare interesse e attenzione. Se si volta via, potrebbe suggerire disinteresse o distrazione.
- Distanza e spazio personale: La distanza tra le persone e come occupano lo spazio può trasmettere informazioni sulla loro relazione e sul loro livello di comfort. Ad esempio, stare molto vicini può indicare intimità o aggressività, a seconda del contesto, mentre mantenere una distanza maggiore può suggerire formalità o disinteresse.
- Imitazione della postura: L’imitazione della postura, o “mirroring”, può essere un segnale di empatia e accordo. Se noti che la tua postura o i tuoi gesti sono stati imitati da qualcun altro, questo può indicare che la persona si sente in sintonia con te e sta cercando di stabilire una connessione.
È importante notare che l’interpretazione della postura può essere altamente dipendente dal contesto e dalla cultura. Quello che viene percepito come una postura rispettosa o aperta in una cultura potrebbe non essere lo stesso in un’altra.
6 – Prossemica
La prossemica è lo studio di come gli esseri umani utilizzano lo spazio fisico per comunicare. Questa forma di comunicazione non verbale riguarda la distanza tra le persone mentre interagiscono, l’organizzazione dello spazio in casa o in ufficio, e anche l’uso del territorio personale.
Ecco alcune chiavi per capire la prossemica:
- Distanze Interpersonali: Edward T. Hall, l’antropologo che ha introdotto il termine “prossemica”, ha identificato quattro tipi di distanze interpersonali che tendiamo a mantenere: distanza intima (da contatto a circa 46 cm), distanza personale (da 46 cm a 1.2 metri), distanza sociale (da 1.2 a 3.7 metri), e distanza pubblica (oltre 3.7 metri).
- Territorio: le persone tendono a stabilire un determinato territorio attorno a se stesse e possono reagire negativamente se sentono che il loro spazio personale è invaso. Il territorio può essere visto come una estensione dell’auto, e la sua violazione può causare disagio o irritazione.
- Layout Ambientale: il modo in cui gli spazi sono organizzati può influenzare la comunicazione. Ad esempio, in un ufficio, la disposizione dei tavoli e delle sedie può favorire o ostacolare la comunicazione tra i colleghi.
- Orientamento del Corpo: la posizione del nostro corpo rispetto agli altri può trasmettere messaggi. Ad esempio, se due persone stanno parlando e sono rivolte l’una verso l’altra, ciò indica che sono impegnate nella conversazione. Al contrario, se sono rivolte in direzioni opposte, ciò può indicare disinteresse o disagio.
Bisogna ricordare che le norme prossemiche possono variare notevolmente a seconda della cultura. Quello che in una cultura è considerato uno spazio personale accettabile, in un’altra potrebbe essere visto come invadente o distante. È quindi importante tenere conto del contesto culturale quando si interpreta questo tipo di comunicazione non verbale.
7 – Paralinguistica (tono di voce, pause, enfasi)
La paralinguistica è un aspetto della comunicazione non verbale che riguarda le caratteristiche vocali che accompagnano il discorso. Queste caratteristiche possono includere il tono di voce, il ritmo, il volume, l’intonazione, le pause e l’enfasi.
Ecco come questi elementi possono influenzare la comunicazione:
- Tono di voce: può comunicare una varietà di emozioni e atteggiamenti. Ad esempio, un tono di voce calmo e tranquillo può essere rassicurante, mentre un tono di voce agitato o teso può suggerire che una persona è arrabbiata o ansiosa.
- Ritmo: può influenzare come viene percepito il suo messaggio. Un ritmo rapido può comunicare eccitazione o nervosismo, mentre un ritmo lento può suggerire calma o potrebbe essere interpretato come segno di noia o disinteresse.
- Volume: può falsificare l’interpretazione di un messaggio. Un volume alto può essere interpretato come arrabbiatura o entusiasmo, mentre un volume basso può comunicare timidezza, segretezza o incertezza.
- Intonazione: l’intonazione, o l’alterazione del tono vocale, può cambiare il significato delle parole. Ad esempio, se diciamo una frase con un’intonazione ascendente, potrebbe sembrare una domanda, mentre la stessa frase con un’intonazione discendente potrebbe sembrare un’affermazione.
- Pause: possono essere usate per enfatizzare punti importanti, dare al destinatario il tempo di elaborare le informazioni, o indicare disagio o incertezza.
- Enfasi: mettere enfasi su determinate parole può cambiare il significato di una frase o sottolineare un punto particolare.
La paralinguistica può fornire indizi importanti sullo stato emotivo e sull’atteggiamento di una persona, ma è importante ricordare che l’interpretazione di questi indizi può essere soggettiva e influenzata da fattori come il contesto e la cultura.
8 – Tattilica (comunicazione attraverso il contatto fisico)
La tattilica, o comunicazione tattile, è un aspetto della comunicazione non verbale che coinvolge il tocco o il contatto fisico. Questo tipo di comunicazione può trasmettere una serie di messaggi emotivi e sociali, e la sua interpretazione può variare notevolmente a seconda del contesto e della cultura.
Ecco alcuni punti chiave sulla tattilica:
- Tipi di tocco: sono molti i tipi di tocco che possono trasmettere messaggi diversi. Ad esempio, una stretta di mano può comunicare formalità e rispetto, un abbraccio può esprimere affetto o conforto, e un tocco sulla spalla può essere un segno di sostegno o incoraggiamento.
- Contesto: il contesto in cui avviene il tocco è molto importante per la sua interpretazione. Ad esempio, un tocco che potrebbe essere appropriato tra amici o familiari potrebbe non essere appropriato in un contesto professionale o formale.
- Cultura: le norme culturali possono influenzare notevolmente le aspettative e le interpretazioni del tocco. In alcune culture, il tocco fisico è una parte normale e accettata della comunicazione quotidiana, mentre in altre può essere visto come inappropriato o invadente.
- Relazione: la natura del rapporto tra due persone può influenzare il tipo di tocco che è considerato appropriato. Ad esempio, il tocco tra partner romantici sarà diverso da quello tra colleghi o tra estranei.
- Reazioni individuali: le persone hanno diverse soglie di comfort quando si tratta di tocco fisico. Alcune persone possono essere molto ricettive al contatto fisico come forma di comunicazione, mentre altre possono preferire limitare il tocco fisico. È importante essere consapevoli e rispettosi delle preferenze individuali.
- Genere: le norme di genere possono influenzare le aspettative e le interpretazioni del tocco. In molte culture, ad esempio, è più accettabile che le donne mostrino affetto fisico tra loro rispetto agli uomini.
- Significato Emotivo: il tocco può comunicare una vasta gamma di emozioni, dall’affetto e dal conforto, alla dominanza e all’aggressione.
- Potere e Dominanza: il tocco può anche essere usato per esprimere potere o dominanza. Ad esempio, una persona in una posizione di autorità potrebbe usare il tocco per affermare il suo status o per controllare gli altri.
La tattilica è un tipo di comunicazione molto personale e può essere interpretata in modi molto diversi a seconda di una serie di fattori. È sempre importante considerare il contesto, la cultura, la natura della relazione e le preferenze individuali quando si utilizza o si interpreta la comunicazione tattile.
9 – Cronemica (uso del tempo)
La cronemica è lo studio di come le persone utilizzano e strutturano il tempo nelle loro interazioni e comunicazioni. Questo aspetto della comunicazione non verbale può trasmettere informazioni importanti sul valore, la struttura del potere e le norme sociali.
Ecco alcuni punti chiave per capire la cronemica:
- Uso del tempo: come una persona sceglie di utilizzare il suo tempo può comunicare le sue priorità e i suoi valori. Ad esempio, dedicare molto tempo a un compito può indicare che si tratta di una priorità alta, mentre dedicare poco tempo a qualcosa può indicare che ha un valore inferiore.
- Puntualità: può essere interpretata come un segno di rispetto e professionalità. Al contrario, l’essere costantemente in ritardo può essere interpretato come mancanza di rispetto o disorganizzazione.
- Struttura del tempo: alcune culture sono più “monocroniche”, preferendo fare una cosa alla volta e aderire a programmi rigorosi. Altre culture sono più “policroniche”, dove multi-tasking e flessibilità temporale sono la norma.
- Ritmi e cicli temporali: le persone possono comunicare in modi diversi a seconda dell’ora del giorno, del giorno della settimana, della stagione o dell’anno. Ad esempio, la comunicazione potrebbe essere più rilassata durante il fine settimana rispetto ai giorni lavorativi.
- Attesa e durata: il tempo che una persona è disposta a passare in attesa, o la durata di un incontro o di un evento, può trasmettere messaggi sulla pazienza, il rispetto e l’importanza che si attribuisce a una persona o a un evento.
- Interruzioni: l’interruzione di una persona mentre sta parlando o lavorando può essere vista come un segno di mancanza di rispetto o di dominanza.
Le interpretazioni della cronemica possono variare notevolmente a seconda del contesto e della cultura. È quindi importante considerare queste differenze quando si interpreta la comunicazione cronemica.
Come reagire ai segnali non verbali negativi di un interlocutore
Ecco come rispondere a ciascuno dei diversi tipi di comunicazione non verbale:
- Linguaggio del corpo (kinesica): se una persona mostra un linguaggio del corpo chiuso o difensivo, agire per creare un ambiente più rilassato o di cambiare argomento per metterla a proprio agio. Se il linguaggio del corpo è aperto e coinvolgente, rispondi in modo simile per mostrare reciprocità.
- Espressioni facciali: di fronte ad un’espressione facciale negativa, cercare di comprendere la causa potenziale di questo disagio e affronta il problema in modo appropriato. In caso di espressioni facciali positive, rispondere con un sorriso o un’espressione simile per mostrare empatia e comprensione.
- Contatto visivo: se l’interlocutore evita il contatto visivo, potrebbe sentirsi a disagio. Non insistere troppo con lo sguardo. Se, invece, la persona mantiene un contatto visivo stabile, ricambiare per mostrare attenzione e rispetto.
- Gestualità: quando una persona gesticola, può indicare che è entusiasta o appassionata di ciò di cui sta parlando. Rispondere rispecchiando alcuni dei suoi gesti o ascoltando attivamente. É la tecnica del mirroring, trattata in questo articolo poco più avanti.
- Postura: indica disagio. Rispondere mantenendo una postura aperta e rilassata per incoraggiare a fare lo stesso. Se la postura è aperta, rispecchiare questa apertura per mantenere un’interazione positiva.
- Prossemica: se una persona si allontana, potrebbe voler più spazio personale. Rispettare questa distanza e non tentare di invadere il suo spazio. Se si avvicina, significa che si sente a proprio agio con una maggiore vicinanza.
- Paralinguistica: quando un interlocutore parla in modo veloce o nervoso, rispondere con un tono di voce calmo e rilassato per aiutarla a calmarsi. Se parla lentamente e con sicurezza, adattare il proprio ritmo al suo per mostrare che si sta prestando attenzione.
- Tattilica (comunicazione attraverso il contatto fisico): quando una persona inizia un contatto fisico, come una stretta di mano o una pacca sulla spalla, ricambiare il gesto se ci si sente a proprio agio. Se evita il contatto fisico, rispettare questo desiderio e mantienere una distanza confortevole.
- Cronemica (uso del tempo): quando una persona sembra impaziente o controlla spesso l’orologio, è opportuno accelerare la conversazione o domandare se preferirebbe rimandare l’incontro. Se, al contrario, prende il suo tempo e sembra rilassata, adattare il ritmo al suo per mantenere un’atmosfera calma e produttiva.

Il mirroring, la tecnica del rispecchiamento
La tecnica del rispecchiamento, o “mirroring”, è una strategia di comunicazione in cui una persona imita consapevolmente il linguaggio del corpo, le espressioni facciali, il tono di voce e/o il ritmo di parola di un’altra persona. Questa tecnica è spesso utilizzata in situazioni di vendita, coaching, negoziazione, e in generale in ogni situazione di comunicazione interpersonale.
L’obiettivo del rispecchiamento è creare un senso di empatia e di connessione, facilitando la comprensione reciproca e la cooperazione. Quando usata in modo appropriato, questa tecnica può aumentare la fiducia e la simpatia tra le persone.
Ecco alcuni punti su come utilizzare la tecnica del rispecchiamento:
- Linguaggio del corpo: rispecchiare i gesti, le posture, le espressioni facciali dell’altra persona. Ad esempio, se la persona incrocia le braccia, puoi fare lo stesso.
- Tono e ritmo di voce: se la persona con cui si sta parlando ha un tono di voce basso e parla lentamente, è opportuno adattare il tuo tono e il tuo ritmo di parola per rispecchiare i suoi.
- Espressioni verbali: è possibile rispecchiare anche le espressioni verbali dell’altra persona, ripetendo le stesse parole o frasi chiave che usa.
- Attenzione al contesto: è fondamentale porre attenzione al contesto e alla cultura. In alcune situazioni o culture, il rispecchiamento potrebbe essere interpretato come mancanza di autenticità o come derisione.
- Percezione: è importante che il rispecchiamento sia sottile e non appaia forzato o ovvio. L’obiettivo è far sentire l’altra persona a suo agio e compresa, non metterla in imbarazzo o farla sentire imitata.
Il rispecchiamento è uno strumento potente, ma deve essere usato con attenzione e rispetto. Non è un trucco per manipolare gli altri, ma una tecnica per migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca.
Gesti che possono assumere significati molto diversi a seconda della cultura
I gesti possono essere interpretati in modo diverso a seconda della cultura. È sempre importante essere consapevoli di queste differenze quando si comunica in un contesto interculturale.
- Segno di OK: in molte parti del mondo, fare un cerchio con il pollice e l’indice è un gesto che significa “ok” o “tutto va bene”. Tuttavia, in alcuni paesi come il Brasile, la Turchia e la Grecia, questo gesto è offensivo e volgare.
- Segno di Vittoria: nella maggior parte dei Paesi occidentali, fare un V con l’indice e il medio, con il palmo rivolto verso l’esterno, è un segno di vittoria o di pace. Tuttavia, nel Regno Unito, in Australia e in Nuova Zelanda, se il palmo è rivolto verso l’interno, è un gesto offensivo.
- Segno delle Corna: In molti Paesi occidentali, questo gesto (indice e mignolo estesi, mentre gli altri dita sono chiuse) è associato alla cultura del rock and roll. In Italia, però, può indicare che una persona è un “cornuto”, ovvero che il proprio partner è infedele. In alcuni paesi africani, è un gesto portafortuna.
- Gesto del “Vieni qui”: Nei Paesi occidentali, il gesto del “vieni qui” si fa estendendo l’indice e muovendolo su e giù o avanti e indietro. In molti paesi dell’Asia, tuttavia, questo è considerato maleducato. Invece, si usa l’intera mano, con il palmo rivolto verso il basso, e si fa un movimento di strisciamento.
- Alzare l’indice: in molte culture, alzare l’indice è un modo per chiedere il permesso di parlare o per indicare “uno”. In alcune culture musulmane, tuttavia, questo gesto è strettamente associato all’affermazione dell’unicità di Dio.
- Fare un inchino: nelle culture asiatiche, come in Giappone e Corea, fare un inchino è un segno comune di rispetto e saluto. In molte culture occidentali, tuttavia, questo gesto non è comune e potrebbe essere interpretato come eccessivamente formale o sottomesso.
- Toccare la testa: nelle culture occidentali, toccare la testa di un bambino è spesso visto come un gesto affettuoso. Tuttavia, in molti paesi asiatici, la testa è considerata la parte più sacra del corpo e toccarla è considerato molto maleducato.
- Segno di pollice in su: nei Paesi occidentali, fare il segno del pollice in su significa “bene” o “ok”. Tuttavia, in alcuni paesi del Medio Oriente, questo gesto è offensivo.
La Comunicazione non verbale nei differenti contesti
In ogni contesto sociale, la comunicazione non verbale può assumere significati diversi e quindi avere diverse implicazioni. Ad esempio, nel contesto lavorativo, la postura e il tono di voce possono influenzare la percezione che i colleghi e i superiori hanno delle nostre abilità e della nostra personalità. Nel contesto delle relazioni interpersonali, i gesti e l’espressione facciale possono indicare l’interesse o il disinteresse verso una persona.
La comprensione della comunicazione non verbale è importante per poter comunicare in modo efficace e per comprendere i messaggi degli altri. Essa è in grado di arricchire e completare la comunicazione verbale, ma anche di contraddirla o enfatizzarla. Conoscere i significati dei segnali non verbali ci permette di comprendere meglio gli altri e di comunicare in modo più chiaro ed efficace.
1 – Comunicazione non verbale in contesti personali e sociali
La comunicazione non verbale svolge un ruolo cruciale in una serie di contesti personali e sociali. Ecco alcuni modi in cui può manifestarsi:
- Relazioni personali: la comunicazione non verbale può trasmettere emozioni e sentimenti che le parole non riescono a catturare. Ad esempio, un abbraccio, un sorriso o un contatto visivo prolungato possono esprimere affetto o amore. Allo stesso modo, il linguaggio del corpo può rivelare disagio o disinteresse, anche se le parole pronunciate potrebbero suggerire il contrario.
- Contesti sociali: può aiutare a stabilire norme sociali e ad aderire ad esse. Ad esempio, la distanza fisica mantenuta tra le persone (prossemica) può variare a seconda del contesto culturale, del grado di familiarità tra le persone e della situazione. Allo stesso modo, il contatto visivo, l’orientamento del corpo e le espressioni facciali possono indicare attenzione, rispetto o disponibilità all’interazione.
- Lavoro di squadra e collaborazione: può facilitare il lavoro di squadra e la collaborazione. Ad esempio, i gesti possono aiutare a coordinare le azioni, mentre le espressioni facciali e il tono di voce possono indicare comprensione, confusione, accordo o disaccordo.
- Negoziazioni e conflitti: in situazioni di negoziazione o di conflitto, la comunicazione non verbale può essere particolarmente rivelatrice. Ad esempio, le posture chiuse possono indicare difensività, mentre il contatto visivo diretto può essere interpretato come sfida o dominanza. Allo stesso modo, i gesti di apertura possono indicare disponibilità al compromesso.
- Cura e comfort: il tocco fisico è un potente mezzo di comunicazione non verbale che può fornire comfort e sostegno. Ad esempio, una carezza o un abbraccio possono offrire rassicurazione in tempi di stress o dolore.
2 – Comunicazione non verbale in contesti professionali e di lavoro
La comunicazione non verbale è fondamentale anche in contesti professionali e di lavoro, poiché può influenzare la percezione della professionalità, del rispetto, della competenza e della leadership.
Ecco alcuni modi in cui la comunicazione non verbale si manifesta in questi contesti:
- Presentazioni e discorsi: il linguaggio del corpo, il contatto visivo, l’intonazione vocale, la gestualità e la postura sono tutti aspetti chiave della comunicazione non verbale durante una presentazione o un discorso. Ad esempio, mantenere un contatto visivo con l’uditorio può creare un legame più forte e trasmettere sicurezza e competenza.
- Riunioni e negoziati: può dare importanti indizi sulla reazione delle persone a idee o proposte. Ad esempio, i segnali non verbali possono rivelare disagio, disaccordo, entusiasmo o confusione, anche se verbalmente non viene espressa nessuna di queste reazioni.
- Interviste di lavoro: può influire notevolmente sulla prima impressione che un candidato fa sull’intervistatore. Ad esempio, una stretta di mano sicura, il contatto visivo e una postura eretta possono trasmettere fiducia e professionalità.
- Relazioni tra colleghi: può svolgere un ruolo importante anche nelle relazioni quotidiane tra colleghi. Ad esempio, un sorriso o un cenno del capo possono contribuire a creare un ambiente di lavoro più amichevole e collaborativo.
- Leadership: può influenzare la percezione della loro autorità e competenza. Ad esempio, la postura, l’intonazione vocale, il contatto visivo e la distanza fisica possono tutti influenzare come un leader viene percepito dal suo team.
3 – Comunicazione non verbale nel marketing e nelle vendite
La comunicazione non verbale svolge un ruolo significativo nel marketing e nelle vendite. Può influenzare la percezione del marchio, migliorare l’efficacia delle comunicazioni di marketing e facilitare le interazioni di vendita.
Ecco alcuni esempi di come la comunicazione non verbale si manifesta in questi contesti:
- Pubblicità e branding: le immagini, i colori, le forme, i font e i layout utilizzati nelle pubblicità e nei materiali di branding trasmettono messaggi non verbali che possono influenzare la percezione del marchio. Ad esempio, un marchio che utilizza colori vivaci e immagini dinamiche può essere percepito come energico e giovanile.
- Vendite personali: il linguaggio del corpo, il contatto visivo, la prossemica e l’intonazione vocale possono avere un impatto significativo sull’efficacia del venditore. Ad esempio, un venditore che mantiene un contatto visivo sicuro e utilizza gesti aperti può trasmettere fiducia e competenza.
- Esperienza del cliente: in un negozio fisico può essere fortemente influenzata dalla comunicazione non verbale. Ad esempio, l’organizzazione del negozio, la distanza tra i prodotti e l’illuminazione possono comunicare messaggi non verbali riguardo alla qualità, al lusso o all’accessibilità dei prodotti.
- Marketing digitale: elementi come il layout del sito web, le immagini, i colori e i font utilizzati possono trasmettere messaggi non verbali che influenzano l’esperienza dell’utente e la percezione del marchio.
- Comunicazione interculturale: nel marketing e nelle vendite internazionali, è particolarmente importante comprendere e rispettare le differenze culturali nella comunicazione non verbale. Ad esempio, colori, simboli e gesti possono avere significati diversi in diverse culture.
- Realta Virtuale e Aumentata (VR/AR): con l’avvento della VR e AR nel marketing e nelle vendite, la prossemica digitale (la distanza e l’orientamento tra gli utenti e gli oggetti virtuali) sta diventando sempre più importante.
4 – Comunicazione non verbale nell’educazione
La comunicazione non verbale svolge un ruolo fondamentale nell’educazione e nell’apprendimento. Può influenzare l’efficacia dell’insegnamento, la relazione tra studenti e insegnanti e l’ambiente di apprendimento.
Ecco alcuni modi in cui la comunicazione non verbale si manifesta nell’educazione:
- Insegnamento: gli insegnanti utilizzano la comunicazione non verbale per sottolineare i punti chiave, mostrare entusiasmo per il soggetto, gestire la classe e costruire rapporti con gli studenti. Ad esempio, un insegnante può usare gesti per illustrare un concetto, fare contatto visivo per coinvolgere gli studenti o cambiare tono di voce per attirare l’attenzione sulla lezione.
- Apprendimento degli studenti: gli studenti utilizzano la comunicazione non verbale per seguire le lezioni, interagire con gli insegnanti e con i compagni di classe, e mostrare la loro comprensione o confusione. Ad esempio, un allievo potrebbe annuire per mostrare che capisce, fare contatto visivo per dimostrare interesse o alzare una mano per fare una domanda.
- Ambiente di apprendimento: l’ambiente di apprendimento stesso può comunicare messaggi non verbali che influenzano l’apprendimento. Ad esempio, l’illuminazione, la temperatura, l’arredamento, il rumore e l’organizzazione degli spazi possono influenzare il comfort degli studenti, la loro concentrazione e la loro motivazione.
- Apprendimento a distanza: la comunicazione non verbale può essere più difficile da percepire ma non meno importante. Ad esempio, insegnanti e studenti possono usare gesti e espressioni facciali per comunicare emozioni o punti chiave attraverso lo schermo, e possono utilizzare l’intonazione vocale per mantenere l’interesse e l’attenzione.
- Educazione interculturale: è particolarmente importante essere consapevoli delle differenze culturali nella comunicazione non verbale. Ad esempio, diversi gesti o gradi di contatto visivo possono avere significati diversi in diverse culture.
5 – Comunicazione non verbale nella politica
La comunicazione non verbale è un elemento chiave anche nella politica. Può influenzare la percezione del pubblico riguardo a un politico, il messaggio di una campagna e l’efficacia di un dibattito.
Ecco alcuni esempi di come la comunicazione non verbale si manifesta nella politica:
- Discorsi e dibattiti: il linguaggio del corpo, il contatto visivo, l’intonazione vocale e la gestualità sono tutti elementi importanti della comunicazione non verbale durante i discorsi e i dibattiti politici. Ad esempio, un politico può usare gesti per sottolineare i punti chiave, fare contatto visivo con l’audience per creare un legame e variare l’intonazione vocale per coinvolgere l’audience.
- Campagne elettorali: la comunicazione non verbale può influenzare l’efficacia delle pubblicità, dei manifesti e dei materiali di campagna. Ad esempio, i colori, le immagini e i font utilizzati possono trasmettere messaggi non verbali che influenzano la percezione del candidato o del partito.
- Relazioni pubbliche: in tutte le interazioni pubbliche, la comunicazione non verbale di un politico può influenzare la percezione del pubblico. Ad esempio, un sorriso sincero, una stretta di mano ferma o un abbraccio caloroso possono creare un’impressione di autenticità, sicurezza o empatia.
- Politica internazionale: la comunicazione non verbale può influenzare l’efficacia della diplomazia e le percezioni interculturali. Ad esempio, diversi gesti, gradi di contatto visivo o distanze personali possono avere significati diversi in diverse culture.
6 – Comunicazione non verbale nella sanità
La comunicazione non verbale riveste un ruolo critico nel settore sanitario. Può influenzare la relazione tra il personale sanitario e i pazienti, l’efficacia delle cure mediche e la soddisfazione del paziente.
Ecco alcuni modi in cui la comunicazione non verbale si manifesta in ambito sanitario:
- Interazione Medico-Paziente: Medici e infermieri utilizzano la comunicazione non verbale per stabilire un rapporto di fiducia con i pazienti, spiegare le diagnosi e i trattamenti, e raccogliere informazioni. Ad esempio, un medico può usare il contatto visivo per mostrare empatia e attenzione, gesti per spiegare un procedimento medico, o cambiare tono di voce per rassicurare un paziente preoccupato.
- Comunicazione del Paziente: I pazienti usano la comunicazione non verbale per esprimere il loro dolore, la loro ansia, la loro comprensione o la loro confusione. Ad esempio, un paziente potrebbe mostrare disagio attraverso il linguaggio del corpo, o potrebbe annuire per indicare la comprensione di una spiegazione medica.
- Ambiente Sanitario: L’ambiente di un ospedale o di uno studio medico può comunicare messaggi non verbali che influenzano il benessere e la sicurezza del paziente. Ad esempio, la pulizia, l’illuminazione, la temperatura e l’organizzazione degli spazi possono influenzare la percezione del paziente sulla qualità delle cure.
- Comunicazione interculturale: Nella sanità, è particolarmente importante essere consapevoli delle differenze culturali nella comunicazione non verbale. Ad esempio, diversi gesti, gradi di contatto visivo o distanze personali possono avere significati diversi in diverse culture.
Addendum. A corollario vi suggeriamo la lettura dell’articolo I 5 principi di Hofstede, le “dimensioni culturali” e Il marketing internazionale.